mercoledì 26 marzo 2014

agricoltura biologica

Ormai credo sia chiaro quanto  mi stiano a cuore determinati argomenti. Oggi vorrei chiarire alcuni argomenti riguardo la definizione di biologico in agricoltura. Il discorso è veramente ampio ma spero di riuscire a fornire alcuni capisaldi in maniera semplice ma efficace.
Inizio subito a voler chiarire due cose: che "bios" significa vita e "logos" conoscenza.E questo può iniziare a far pensare in maniera diversa.
Ed inoltre che in Europa non si parla piu' di agricoltura biologica ma di agricoltura organica.
E che occorre fare un distinguo tra etichette con la dicitura "naturale", "bio" piuttosto che"lotta biologica" che distolgono la nostra attenzione dalla realtà.

Il termine agricoltura biologica  vuole indicare un sistema di coltivazione ed allevamento in cui siano presenti solo utilizzi di sostanze naturali (ovvero, presenti in natura) omettendo l'uso di sostanze di origine chimica quali: insetticidi, concimi, diserbanti.
Ma agricoltura biologica significa anche evitare lo sfruttamento intensivo del terreno e fertilizzarlo usando materiale organico .
Evitare lo sfruttamento del terreno implica adottare tecniche della "rotazione" in maniera razionale, impedendo ai parassiti di ambientarsi. Il terreno, per poter poi essere definito idoneo, deve trovarsi lontano da fonti inquinanti e  da campi usati per l'agricoltura.
A tal fine deve il campo può essere protetto con piantumaggio e siepi : i predatori naturali dei parassiti sono dei validi sostegni, così come  l'uso di sostanze naturali vegetali .
Gli animali forniscono poi il letame per concimare la terra ma  questi ultimi ovviamente devono essere foraggiati con alimenti naturali, senza uso di antibiotici ,ormoni ed altre sostanze chimiche volte ad incrementare la crescita e la produzione di latte.
Tutto questo significa un approccio totalmente diverso nei confronti dell'agricoltura : rispetto del suolo e della biodiversità.
Bisogna però anche essere realistici: non si può parlare di alimento biologico come di un prodotto "totalmente" candido al 100%. Infatti un prodotto per essere commercializzato e definito bio, deve contenere almeno il 95%  di ingredienti certificati bio. Tale percentuale esclude sale,acqua, ed altri additivi non ammessi. I prodotti che presentano una percentuale bio superiore al 95% possono ricevere un apposito logo, obbligatorio dal 2010.E come scritto sopra esistono determinate etichette che ci possono aiutare a capire .

Altro argomento è quello delle sostanze OGM. Con OGM si intendono gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica.
La questione delle sostanze OGM è veramente controverso. Basti pensare ,comunque, che l'uso di innesti (giusto per fare un esempio poichè le tecniche sono molteplici) esiste da secoli! e non è detto che un semplice innesto tra varietà di piante sia nocivo.Diverso, secondo me, usare l'ingegneria genetica.
Comunque i pro ed i contro si possono facilmente riassumere.
PRO
le piante crescono piu' in fretta
si può sfamare un maggior numero di popolazione
le piante, essendo piu' resistenti, esigono un minor impiego di manodopera e pertanto esiste un vantaggio economico
CONTRO
i prodotti possono risultare tossici
si possono sviluppare allergie verso alimenti ogm
la biodiversità potrebbe essere compromessa a fronte di una agricoltura programmata
può esistere il rischio che la coltivazione diventi resistente ai pesticidi e che gli insetti diventino resistenti alle tossine.
Spero di essere obiettiva, quindi.

Voglio inserirvi qui di seguito i loghi che possono essere utili per riconoscere i prodotti certificati.



logo europeo ed italiano
E questi  invece sono solo alcune delle tante etichette che si possono trovare  e che ho reperito nel web







 In ogni caso,si dovranno trovare a fianco altre informazioni.

 • IT= sigla del paese che ha autorizzato l’organismo di controllo e certificazione;
• BIO = sigla di tre lettere che indica il prodotto biologico (a seconda dei paesi può diventare ORG,EKO, ecc);
• 003 (esempio) codice numerico di tre cifre che identifica l’organismo di controllo.


 Ed anche queste indicazioni:
AGRICOLTURA UE per prodotti coltivati in uno dei paesi comunitari;
AGRICOLTURA NON EU prodotti coltivati in paesi terzi;
AGRICOLTURA UE/AGRICOLTURA NON UE prodotti contenenti prodotti coltivati in parte in europa e in parte in paesi terzi.


Il logo europeo PUO' essere affiancato da loghi privati.

 Ho inserito queste etichette poichè il prodotto, per essere commercializzato, deve essere imballato ermeticamente e quindi bisogna fare attenzione ai prodotti sfusi che ovviamente non possono avere una etichetta.
E l'etichetta idonea permette la rintracciabilità ,nonostante anche questa non possa offrirci una totale certezza ma quantomeno una presa di responsabilità aziendale e pertanto un certa garanzia per noi acquirenti.
Come avrete notato non ho avviato il discorso degli allevamenti biologici ma ho preferito iniziare dai prodotti agricoli. Sarebbe troppo tedioso per chiunque!

Però una piccola chiosa vorrei farla, parlando della biodinamica i cui principi sono stati formulati da Rudolf Steiner  ,fondatore della antroposofia. (dottrina teosofica per cui l'uomo tramite lo sviluppo dello spirito può accedere alla realtà metafisica e a Dio).                                                                                                                     
 Riguardo alla biodinamica vorrei soffermarmi sulla concimazione, cioè al cosiddetto compost che deve seguire regole ben precise. I  materiali usati nel compostaggio devono essere di origine naturale, non devono contenere sostanze  o minerali, non devono essere stati sottoposti a processi di sterilizzazione o di combustione come per esempio la cenere di legna che deve essere priva di carboncino.
Qui di seguito un elenco :
Composto misto a base prevalente di vegetali:Materiale di base di origine vegetale:  trucioli, cortecce, carta e cartoni non trattati, scarti di cucina e dell'orto, rami tritati, foglie, sfalcio di prati , paglia di cereali, scarti , erbacce purchè non in seme.
Materiale ed integratori di origine animale:sangue ed ossa di animali, penne, lana, cuoio senza cromo, setole di animali.
Materiale ed integratori di origine minerale:fosforite, bentonite od argilla, solfato di potassio, basalto, sabbia silicea, cenere di legna setacciate, fanghi di fosso, terreno superficiale, calce naturale, lapillo vulcanico, torba, alghe.
Composto a base di deiezioni animali:Escrementi e letame di vacca, cavallo etc.

Nel preparare il compost (che prevede anche una particolare forma ) bisogna inserire nel suo centro ed in punti equidistanti tra loro alcuni preparati biodinamici ovvero:
502 preparato di Achillea
503 preparato di Camomilla
504 preparato di Ortica
505 preparato di Quercia
506 preparato di Tarassaco
507 preparato di Valeriana

Questi preparati fungono da catalizzatori di reazioni biochimiche naturali.


immagini tratte dal web

E questo è veramente una piccola descrizione della concimazione in base ai principi della biodinamica, caratterizzata davvero da processi molto complessi, però la ritenevo importante per non limitare l'argomento bio il quale implica molteplici argomentazioni.

sabato 22 marzo 2014

INCI in cosmesi


Come annunciato nei giorni scorsi, vorrei parlarvi del significato dell '  INCI nei prodotti per la cosmesi.   E della sua   importanza se si desidera evitare di introdurre alcune sostanze tossiche e nocive per la nostra pelle e salute.



INCI è l'acronimo di   International Cosmetic Ingredient. Ovvero indice  internazionale degli ingredienti nei cosmetici.

Vi sono alcune cose importanti da sapere nell'acquisto dei cosmetici , dei prodotti per  il viso o per il corpo.
Se siete interessati a sapere come si può riconoscere se vi sono dei componenti dannosi negli ingredienti bisogna conoscere qualche regola di base.

Prima di tutto: se cercate un prodotto naturale o che,quantomeno viene pubblicizzato come tale, si deve verifiare se gli olii essenziali o le erbe sono all'inizioo al fondo dell'elenco.
Infatti all'inizio si ritrovano gli ingredienti con maggior quantità ed alla fine quelli che sono meno presenti. Pertanto se un olio essenziale risulta al fondo dell'elenco, significa che la sua percentuale è nettamente inferiore rispetto agli altri.

Secondo punto importante riguarda il linguaggio utilizzato per denominare gli ingredienti. Quando le sostanze sono elencate in etichetta mantenendo il loro nome latino, significa che sono state inserite nella formulazione del prodotto tali e quali, senza subire alterazioni o modifiche Ad esempio oli vegetali utilizzati puri, che sono in etichetta con il loro nome latino e gli altri ingredienti naturali che sono stati impiegati per la produzione del cosmetico. I nomi latini si riferiscono ad ingredienti botanici o presenti nella farmacopea.
 Diciamo che, in linea generale, i prodotti per il viso e il corpo dovrebbero avere poche dei seguenti prodotti che potrebbero essere nocivi.

  •  Tensioattivi derivati dalla raffinazione del petrolio (Sodium laureth sulfate, Sodium lauryl sulfate, Ammoniun lauryl sulfate e altri).
  •  Paraffinum Liquidum, PEG e PPG, Mineral Oil, Petrolatum,tutti derivati dal petrolio 
  •  Ingredienti altamente inquinanti come EDTA, MEA, TEA, MIPA.
  •  Ingredienti altamente allergizzanti o considerati come potenziali cessori di formaldeide, tra i quali troviamo: Triclosan e Imidazolidinyl urea, DMDM Hydantoin, Methylisothiazolinone e Methylchloroisothiazolinone, utilizzati come conservanti.
  • Siliconi come Poliquaternium-80, Dimethicone e Amodimethicone, inquinanti e capaci di creare una pellicola sulla pelle e sui capelli, per renderli apparentemente sani, ma per nulla nutriti
Ecoovi una lista  dei  composti più comuni, così come li troverete indicati nelle etichette.


Additivi, emulsionanti

Alcuni ingredienti, contaminati da determinate sostanze, quali ad esempio il c 1,4 dioxane (cancerogeno) , possono concorrere alla formazione di complessi nocivi. Soprattutto gli ingredienti che appartengono alle categorie con suffissoPEG, Eth, Oxynol come ho già menzionato sopra.
  • Polyethyleneglycole (PEG)sono  sostanze emulsionanti di sintesi. Nei detergenti detergenti e negli shampoo sono usati  al fine di ottenere emulsioni viscose e nelle creme consentono di ottenere emulsioni con effetto emolliente. Ma l'effetto è  apparenteed infatti  non apporta effettiva idratazione, nascondendo il reale stato della pelle. In particolare le pelli sensibili o danneggiate devono evitare PEG6, PEG20, PEG 75.
  • Propylen glycol, Butylen glycol, Polypropylene glycolSono utilizzati come solventi e diluenti nelle emulsioni. L’uso continuo causa sensibilizzazione ed incrementa la permeabilità della pelle. Il Propylen Glycol è anche utilizzato in fitocosmetica per estrarre i principi attivi dalle piante.
  • Ethylene glycolSolvente sintetico e tossico. Nell’ambiente favorisce inquinamento da ozono.
Conservanti
  • Kathon È un conservante e battericida di sintesi ad ampio spettro, già attivo anche a bassi dosaggi, è considerato un forte sensibilizzante. Non è ammesso in campo farmaceutico.
  • Quaternium 15 È un conservante e antisettico. Adoperato anche come disinfettante e deodorante in detergenti e deodoranti. Rilascia formaldeide, è tossico e produce sensibilizzazione.
  • Imidazolidinyl urea    E' un conservante  di sintesi che rilascia formaldeide. È ammesso in cosmetica, ma non in farmaceutica. Causa sensibilizzazioni e allergie.
  • Diazolidinyl urea     Come    il  precedente ma più forte.
  • Methyl paraben, Propyl paraben, Butyl paraben, Ethyl paraben. La famiglia dei Parabeni costituisce il gruppo di conservanti più utilizzati dall’industria cosmetica. Possono dare luogo ad intolleranze, soprattutto alle pelli particolarmente sensibili.
Tensioattivi
  • MEA/TEA/DEA (amine e amino derivati) Sono sostanze che contengono Monoethanolamine (MEA), Triethanolamine (TEA), Diethanolamine (DEA). Penetrando nella pelle possono dar luogo alla formazione di nitrosamine (sostanze cancerogene) e a depositi residuali. Sono acidi grassi di sintesi o ricavati dall’olio di cocco utilizzati come emulsionanti e/o schiumogeni. Presenti in cosmetici, detergenti, shampoo ed altro,   queste sostanze si trovano combinate sia  tra loro,sia con altri emulsionanti o tensioattivi e vengono assorbite dalla pelle. Sono  tossiche e disidratanti. Favoriscono la formazione di acne e forfora.
  • Appartengono a questa categoria: Cocamide DEA, Oleamide DEA, Lauramide DEA . Cocamide TEA, Oleamide TEA, Lauramide TEA . Cocamide MEA, Oleamide MEA, Lauramide MEA . Linoleamide DEA Myristamide DEA Stearamide DEA DEA-Cethyl Phosphate DEA-Oleth-3 Phosphate TEA-Lauryl Sulfate Thiethanoamine
  • Sodium Lauryl Sulfate (SLS), Amonium Lauryl Sulfate, TEA-lauryl sulfate, Magnesium Laureth sulfate, MEA Laureth Sulfate       Sono tensioattivi di  sintesi   derivati  da  ossido di etilene, utilizzati in detergenti, saponi, shampoo e bagnoschiuma. Sono disidratanti, comedogenici, favoriscono  la formazione di acne o punti neri Questo  dipende dalla loro concentrazione nel prodotto e dalla durata del contatto.   Si depositano sulla superficie della pelle e nei follicoli.
  • Sodium laureth sulfate e Amonium laureth sulfate Sono tensioattivi di sintesi derivati dall’ossido di etilene con azione emulsionante e schiumogena. Aumentano la consistenza del prodotto. Meglio tollerata dalla pelle rispetto alla precedente, questa categoria di tensioattivi può causare irritazione, in particolare agli occhi, in proporzione alla concentrazione.
Poichè non possiamo certamente memorizzare tutti questi ingredienti, semplifichiamo dicendo che sarebbero da evitare tutti i prodotti che contengono i termini solfati, parabene,propilene. Ricordiamoci che molti ingredienti derivano dal petrolio!
 Qui sotto vi inserisco una etichetta a caso nella quale avrete già capito quali siano gli ingredienti nocivi.   Ma si  vede anche ad es.che il Prunus è fra i primi  ingredienti   e pertanto la sua percentuale è superiore ad es.al Farnesol!






Quando vi   troverete  davanti ad una tabella degli ingredienti con i seguenti pallini, potrete interpretarli in questo modo


vai che vai bene
accettabile
ci potrebbero essere dei problemi ma, tutto sommato si può chiudere un occhio soprattutto se il componente è alla fine degli ingredienti
qualche problema, se ne sconsiglia l'uso a meno che sia il solo componente in rosso o che sia presente in misura minore (cioè elencato alla fine della lista INCI)
inaccettabile



Altro discorso va poi fatto sulle etichette di prodotti bio e vegani e non testati sugli animali. Questi capitoli mi stanno molto a cuore (in specie la non-sperimentazione sugli animali ) .Per cui credo che ne parlerò in un altro post poichè l'argomento presuppone molte chiarificazioni in merito.

Per altre delucidazioni,potete consultare il Biodazionario sul web.



www.biodizionario.it/

venerdì 21 marzo 2014

inci

A breve vi darò qualche informazione sul significato dell'INCI. Avendo già parlato di cosmetici naturali, vorrei approfondire l'argomento con voi.
A presto! 

martedì 18 marzo 2014

BONTÀ DIVINA


A presto la recensione dei prodotti  di Bontà Divina !  Intanto è iniziato l'assaggio ....!!



giovedì 13 marzo 2014

Frittata agli asparagi

Quando proprio non so cosa preparare per cena (e capita sovente), presa dalla fretta...vado di frittata! Secondo me anche la frittata ha un suo perchè !!
E poi se ne possono fare davvero in molteplici modi:con le erbette,con la pasta avanzata, con il riso, con la menta e le erbe,con tutti i tipi di formaggio....
Di frittate ce n'è davvero per tutti gusti e per tutte le stagioni. L'importante è sempre scegliere alimenti freschi , specialmente se la frittata è a base di verdure.
Mio marito adora la classica omelette con il formaggio..io ,piu' semplicemente, preferisco le verdure. Sarà perchè un pasto senza verdure per me è incompleto!

La frittata che vorrei proporvi è semplice e ne approfitto per farla con una delle mie verdure preferite:gli asparagi. La si può fare anche con quelli surgelati, volendo risparmiarsi la fatica della pulitura etc.. Il massimo sarebbe adoperare glia asparagi selvatici però!


Per prima cosa sbattete le uova in un recipiente e salatele. E' meglio usare una forchetta anzichè la frusta,secondo me, quel tanto che basta per amalgamare bene il tuorlo con l'albume. L'importante è che le uova siano molto fresche.
La consistenza deve poi risultare omogenea :nè troppo densa nè troppo liquida.Specialmente quando si usano le verdure a foglia. Per cui,io aggiungo un uovo in piu' se è troppo liquido o anche del pangrattato. Se invece trovate il composto troppo denso, potete aggiungere un pò di latte ma senza esagerare.
La padella deve essere larga e ben oleata (se usate l'olio) o ben imburrata.
L'olio deve essere molto caldo prima di versare il composto.
La cottura deve avvenire a fuoco moderato : solo quando i bordi si "staccano" va girata. Va da sè che io il classico salto non lo so fare e quindi adopero una paletta antiaderente e mi aiuto col coperchio.
Ultima cosa : lasciar sempre intiepidire un pò la frittata prima di servirla poichè  se è troppo calda non si assaporano bene gli aromi,soprattutto se è fatta di verdure.

Mi piace molto  usare gli asparagi anche perchè, dopo aver usato le punte per la frittata, si possono utilizzare i gambi per fare un risotto... il che non è male...!



 I miei ingredienti (per 2 persone) sono:
3 uova
olio di oliva
punte di asparagi (la quantità varia a seconda dei propri gusti e di quante uova usate)circa 3-4 hg
1 porro
sale
parmigiano grattuggiato
aceto balsamico di Modena


Dopo aver lavato molto bene gli asparagi (io li metto a mollo anche con l'Amuchina), iniziate a tagliare le punte, lasciando da parte i gambi.











Tagliate finemente il porro e mettetelo a soffriggere in una padella in cui avrete già lasciato scaldare l'olio.
Unite le punte degli asparagi alle uova sbattute ed aggiungete il parmigiano.



Quando vedete che i porri iniziano a soffiggere, unite il composto e fate cuocere.






Una volta tolta la frittata dal fuoco,la lascio riposare su un panno carta perchè trattenga l'eccesso di olio.

Una volta messa nel piatto e quando si è già intiepidita, potete cospargerla con un pò di aceto balsamico di Modena se vi piace.

Volendo esagerare, provate ad aggiungere dello speck...

mercoledì 12 marzo 2014

award



GRAZIE PER QUESTO PREMIO !





Questo premio consiste in una specie di passaparola tra blogger e queste sono le regole da seguire




  • Mostrare il logo del premio ricevuto sul proprio blog
  • Ringraziare il o la blogger che vi ha nominato
  • Scrivere sette cose su di voi
  • Nominare altri 15 blog
  • Mettere il link dei blog nominati e informarli del premio ricevuto.

  •  Quindi  prima di tutto  ringrazio Rita di PrincipessaRecensioni  ed  Ellen Write di Un Tocco Femminile  perchè  entrambe mi hanno offerto questo premio.

    Ed ora le 7 cose su di me (ma sette sono pochine)
    1) amo i tramonti sul mare 

    2)adoro i coupons, peccato non trovarne di più

    3) adoro la provenza e vorrei una casetta in mezzo alla lavanda

    4)mi piacciono i film della Pixar (nonostante l'età)
    6) adoro vestitini,trucchini e storie varie (anche quelle inutili) 
    7) mi piace aver trovato nuove amiche sui blog!
    Ed ora i 15 blog:
    cucinareconamore3 ( Michela è stata la prima amica incontrata qui e che continua ad aiutarmi con i miei problemi bloggistici!)
    herablog
    Un Tocco Femminile
    La Borsa di Martina
    Principessa Tester
    Karina Cosmetics
    Paris Luckymonkey
    Il mondo di Zuzi
    Cattivi  Pensieri
    La stanza segreta
    Le Mie Ossessioni
    Ordinata Mente
    A Zonzo per il Mondo
    L'Angolino di Ale
    Donnetestersami
    Non solo recensioni
    Forse siete in 16 !! Ma che importa?!?? Vi avrei messe in molte di più ma come si fa? Ciao carissime!

    Risotto alla trevisana

    Treviso ed il suo radicchio

    mappa di Treviso

    
    scorci di Treviso



    La specie spontanea conosciuta come “Cichorium Intybus L.” è quella nota come cicoria selvatica, ma i continui cambiamenti  per innesti o per variazioni fatte in maniera magari non propriamente  consce  lo hanno fatto diventare il famoso radicchio rosso di Treviso .  Nella regione di Treviso ha trovato l’”humus” perfetto.
     La prima mostra durante la quale viene esposto è  circa nel 1860 ma non e'   semplice definire l’origine esatta della tecnica dell’imbiancamento, ed infatti esistono due versioni .
    La prima e molto favolistica riguarda Francesco Van den Borre che,  arrivato nel 1860 nel Veneto dal Belgio,e specializzato nell’allestimento di parchi e giardini, si pensa abbia usato sui radicchi di campo la tecnica dell’imbiancamento ( a quel tempo molto diffusa in Belgio). Di questa fatto non ci sono prove sicure ma  molti lo prendono come punto di riferimento.

    La seconda versione riguarda i contadini, e si pensa che con l’arrivo dell’inverno, avessero conservato  i radicchi nelle stalle e che si fossero accorti che invece di marcire il radicchio fosse rimasto  fresco . Avendo acqua di sorgente per tenerli sempre freschi si pensa che abbiano iniziato in questo modo un nuovo tipo di coltura.

    Il fatto che la prima versione abbia  ancora  credito forse risale  al fatto che il radicchio di Treviso assomiglia ad  un fiore, cosi come scrisse Aldo Van den Borre nel 1924: “Ecco un erbaggio che è un fiore. Treviso va altera di questo magnifico ortaggio, che è opera della suatterza, del suo clima e della sua gente illustre e paziente. Di cicorie ve n’è dappertutto. Ma l’erba di Teofrasto, la kasni degli Indù, la radice rossa di Milano, la kaiserscichorie di Berlino, la Witoof di Bruxelles, l’archicoria dell’Escuriale, la christmas salad di Londra non hanno nulla a che fare col radicchio trevisano: Se lo guardi, egli è un sorriso Se lo mangi, è un paradiso Il radicchio di Treviso!”


     O secondo Elio Zorzi nel 1928 nelle “Osterie Veneziane”:
    “Il radicchio di Treviso è un fiore commestibile: quando venga portato in tavola senz’essere prima condito, sembra, nella casalinga insalatiera, un mazzo d’orchidee in una preziosa coppa di porcellana.”,.  Ma come disse  anche Maffioli nel 1983 nella sua “Cucina Trevigiana” “Il rosso, tono dominante della natura moribonda, si erge nella sua crescente freschezza come su steli di alabastro, a cantare una vita che sfida i rigori dell’inverno e se ne avvantaggia”.

    Dopo aver prelevato le piante dal campo, la pulitura e la sistemazione in una aiuola all’interno di un tunnel per proteggerle dal gelo, si procede all’imbianchimento vero e proprio.

    Nel Radicchio di Treviso tardivo l’imbianchimento "casalingo" si effettua nel seguente modo:
    Le piante vengono prelevate dal solco dov’erano state sistemate e vengono raccolte in mazzi di circa 30 radicchi con la  propria  radice e terra. I mazzi vengono collocati in vasche di cemento dove corre dell’acqua con una temperatura non inferiore ai 10 °C che non dove mai bagnare le foglie. Le piante vengono ricoperte con uno strato di 10 cm di paglia su cui viene stesa della plastica nera ove rimangono per circa 15 giorni.
    Quando le piante sono pronte si tolgono le foglie esterne e la radice viene pulita ed accorciata di circa 4 cm. ma la radice non va eliminata poiche'  garantisce la freschezza del prodotto per alcuni giorni.





    ricetta veloce veloce

    Questa sera, non avendo molta fantasia da proporre alla nostra tavola, ho pensato di riproporre un piatto veloce ma che è sempre stato gradito.
    Il risotto alla trevisana o trevigiana, come dir si voglia.
    Prima di tutto ho scelto i miei ingredienti e  forse la ricetta non è perfettamente originale ma fin che viene accettata tutto va bene!
    Il radicchio è un prodotto di stagione ed anche per questo l'ho scelto.
    Esistono vari tipi di radicchio ma prima di mostraverli ho voluto darvi alcuni cenni storici.

    Io ho adoperato il radicchio tondo (anche perchè non ho trovato l'altro tipo !).
    gli altri ingredienti sono:
    olio extra vergine d'oliva spremuto a freddo
    cipolla
    brodo
    burro per mantecare
    parmigiano grattuggiato
    Questa volta mi sono mantenuta sul leggerino, altrimenti aggiungo anche un pò di salsiccia di Bra da far rosolare prima di mettere il riso.

    Per pima cosa ho affettato un pò di cipolla e l'ho fatta rosolare con pochissimo olio. Appena si è rosolata, ho aggiunto il radicchio tagliato finissimo, affinchè si scigliesse meglio durante la cottura.
    Dopo questo passaggio ho messo 2 pugni di riso (io calcolo sempre un pugno circa a persona), li ho fatti leggermente scottare con il radicchio ed infine ho aggiunto il brodo che era in bollore.
    Non ho aggiunto sale perchè il brodo, pur essendo vegetale, è comunque salato (io uso i dadi).
    A fine cottura, ho spento il fuoco e mantecato con una noce di burro. Infine ho fatto sciogliere il parmigiano, sempre mescolando il tutto.

    bon appetit!





    lunedì 10 marzo 2014

    WORLD OF BEAUTY ITALIA Prima fase

                                                                    novembre   gennaio         Come ho ottenuto questi risultati? E quali erano ...